Janis Joplin

Biografia, Ecco come nacque una leggenda

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DaughterOfTheMoon
view post Posted on 31/3/2008, 14:41




Il mondo del rock era ancora sotto shock per la morte di Jimi Hendrix, quel 4 ottobre del 1970, quando arrivò la notizia che al Landmark Motor Hotel di Hollywood, California, era stato trovato il corpo senza vita di Janis Joplin. Quindici giorni dopo la scomparsa del grande chitarrista, si spegneva anche la voce femminile più "blues" della storia del rock.

Il referto del dottor Noguchi, capo coroner della contea di Los Angeles, non lasciò spazio a dubbi: la cantante americana era morta il giorno prima, stroncata da un'overdose di eroina.
Il suo corpo fu cremato e le sue ceneri disperse nell'Oceano, lungo la costa di Maryn County, in faccia all'Oceano.

Finiva così, a soli 27 anni, l'esistenza inquieta di Janis Joplin. Una vita vissuta pericolosamente, tra droghe e alcol, da quando, appena ventenne, era fuggita dalla sua "prigione natale", come chiamava Porth Arthur (Texas), la città dove era nata il 19 gennaio 1943. Il padre lavorava in una fabbrica di lattine, la madre era impiegata in un college. Sovrappeso e con la pelle rovinata dall'acne, Janis era una ragazzina piena di complessi, che cercava rifugio nella musica. Così, a 17 anni, mollò il college e fuggì di casa. Per seguire le orme delle sue stelle musicali preferite: Odetta, Leadbelly e Bessie Smith.

Cominciò esibendosi nei club country&western di Houston e di altre città del Texas. Appena ebbe abbastanza denaro, prese un bus per la California. Era l'era hippy, e Janis entrò a far parte di diverse comuni, stabilendosi a San Francisco per alcuni anni. Per un caso, tornò in Texas all'inizio del 1966, poco prima che un suo amico, Chet Helms, diventasse il manager di un nuovo gruppo rock, "Big Brother and the Holding Company".


La band aveva bisogno di una vocalist femminile e Helm pensò a Janis. La contattò e la convinse a tornare a San Francisco. La fusione tra la voce abrasiva di Joplin e il ruvido acid-blues della band si rivelò un successo. Il gruppo divenne subito popolare in tutta l'area di San Francisco e fu chiamato a partecipare al rock festival di Monterey nel 1967. Una performance trionfale, bissata due anni dopo da Janis Joplin, questa volta come solista, a Woodstock.

Arrivò così il loro album d'esordio, intitolato semplicemente con il loro nome, Big Brother and the Holding Company. Seguì una serie di concerti in tutti gli Stati Uniti. L'esibizione di Janis Joplin a New York, in particolare, entusiasmò la critica. Il successo la convinse così a lasciare la band, per intraprendere la carriera solista, nel 1968, subito dopo la pubblicazione del secondo album, Cheap Thrills, impreziosito da una cover "acida" di "Summertime" di George Gershwin, resa memorabile dall'interpretazione straziante di Joplin.
Nel frattempo, la cantante texana era diventata uno dei simboli del rock al femminile, e, a dispetto di un fisico non proprio da top-model, perfino un sex-symbol. La sua sensualità selvaggia la rendeva infatti l'alter ego femminile di ciò che erano, in quegli anni, Jim Morrison o Mick Jagger. Lo confermava un articolo apparso su "The Village Voice": "Pur non essendo bella secondo il senso comune, si può affermare che Janis è un sex symbol in una brutta confezione".

Il gruppo di musicisti con cui Janis intraprese la carriera di solista si chiamava "Kozmic Blues Band". Con questa band realizzò il suo primo album per la Columbia: I Got Dem Ol' Kozmic Blues Again Mama. La sua vita era a una svolta. Stanca di storie sentimentali senza futuro, aveva trovato un uomo che finalmente amava. E dopo le critiche alle sue ultime performance, sembrava aver deciso di dare un taglio agli eccessi di un'esistenza inebriante ma illusoria. All'inizio del 1970, così, formò un nuovo gruppo, la "Full-Tilt Boogie Band", con cui diede vita a un album-prodigio come Pearl (il soprannome con cui la chiamavano gli amici). Oltre a una versione di "Me and Bobby McGee" di Kris Kristofferson, il disco includeva hit come la trascinante "Get it while you can", la struggente "Cry baby" e l'umoristica "Mercedes Benz", composta da lei stessa.

Ma prima che l'album fosse pubblicato, arrivò la tragica notte di Hollywood. Forse quel "buco" doveva essere l'ultimo. Forse anche con l'eroina aveva deciso di farla finita. Ma quella notte spense per sempre la sua voce. Una voce appassionata e straziante, che era insieme ruggine e miele, furore e tenerezza, malinconia blues e fuoco psichedelico. Un canto unico e inimitabile in tutta la storia del rock. "Era una musa inquietante - scrive il critico rock Riccardo Bertoncelli - una strega capace di incantare il pubblico, la sacerdotessa di un rock estremo senza distinzione tra fantasia scenica e realtà". Uno stile che diventerà un riferimento preciso per intere generazioni di vocalist, da Patti Smith a PJ Harvey, da Annie Lennox degli Eurythmics a Skin degli Skunk Anansie.

Janis Joplin ha vinto tre dischi d'oro: il primo con la "Big Brother and the Holding Company" per l'album "Cheap Thrills", il secondo come solista per "I Got Dem Ol' Kozmic Blues Again Mama" e il terzo, postumo, con "Pearl". Grazie al pezzo di Kris Kristofferson, "Me and Bobby McGee" riuscì anche, dopo la morte, a scalare quella classifica dei singoli, nella quale in vita non era mai riuscita ad entrare. La critica, oggi, la considera all'unanimità una delle migliori interpreti bianche di blues di tutti i tempi. Alcune settimane prima di morire, aveva acquistato la lapide della tomba di Bessie Smith, la sua grande musa ispiratrice. E il destino ha voluto che anche il suo ultimo brano si rivelasse una macabra profezia: "Buried alive in the blues", sepolta viva nel blues.


Claudio Fabretti
 
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DaughterOfTheMoon
view post Posted on 31/3/2008, 15:29




Il padre della Joplin era un'ingegnere della Texaco, mentre la madre era impiegata di un college.
La famiglia era composta anche dai fratelli Michael e Laura.
Da giovane divenne amica di Jim Langdon e Grant Lyons. Lyons fu il primo a farle conoscere il blues.
Iniziò quindi a cantare nel coro cittadino e ad ascoltare artisti come Leadbelly, Bessie Smith, Odetta e Big Mama Thornton.
Durante la frequentazione della Thomas Jefferson High School il suo interesse primario era il disegno, e solo successivamente iniziò a cantare blues e folk insieme ad alcuni amici, accompagnandosi con l'autoharp nei club di Austin, Beaumont e dintorni.
Si diplomò nel 1960 e si iscrisse alla Università del Texas di Austin, anche se alla fine non ottenne nessuna laurea.
In quel periodo visse in una costruzione comunemente chiamata "The Ghetto" che si trovava al 2812 1/2 di Nueces Street. L'affitto era di 40 dollari al mese.

Lo stile emancipato che la Joplin ostentava in quel periodo era ispirato principalmente dalle sue cantanti blues preferite e dai poeti beat. A venti anni si trasferì in California, a San Francisco, vivendo prima a North Beach e successivamente a Haight-Ashbury, inseguendo gli ideali di Peace & Love che a breve avrebbero portato all'esplosione del movimento Hippy.
A Haight-Ashbury visse nello stessa abitazione insieme al campione di scacchi Jude Acers.

Il 25 giugno del 1964, la Joplin ed il futuro chitarrista dei Jefferson Airplane Jorma Kaukonen registrarono alcuni standard blues, dove in sottofondo si può sentire una macchina da scrivere (la moglie di Kaukonen stava scrivendo, da qui il titolo del bootleg: The Typewriter Tape)

Queste session vennero incise con un registratore a bobine mono, e includevano sette brani: Typewriter Talk, Trouble In Mind, Kansas City Blues, Hesitation Blues, Nobody Knows You When You're Down And Out, Daddy, Daddy, Daddy e Long Black Train Blues.
Altre registrazioni di quei primi anni si possono trovare nella raccolta Janis, The Early Performances del 1974 e Janis del 1993, incluse le tracce What Good Can Drinkin' Do, Mary Jane e No Reason For Livin'.

Nel 1966 entrò a far parte della band Big Brother and the Holding Company, un gruppo di musicisti della bay area che cercava una cantante.
Dopo diversi concerti effettuati in vari locali della California, nel giugno del 1967 con la partecipazione al Festival Pop di Monterey avviene il trionfo dell'artista che eseguì con personalità e spirito infuocato un'indimenticabile versione del brano Ball and Chain (Big mama Thornton).

Oltre ad uno stile originale di canto, ispirato dalle grandi cantanti nere di blues, e mediato dall'incredibile personalità vocale dell'artista, dotata di una voce potente, abrasiva,appassionata e struggente, capace di escursioni vocali incredibili, la Joplin, trasformava i brani fino a stravolgerli (ascoltare la versione della pop song dei Bee Gees To Love Somebody, per esempio) offrendo delle interpretazioni assolutamente sincere, cariche di dolore, gioia, melanconia, passione, rabbia furente, senza mediazioni, se non la voce: una voce alla cartavetrata, fortemente emotiva e assolutamente commovente, una voce che toccava e tocca le corde profonde dell'animo umano per la sua sensibilità per il suo provenire direttamente dal cuore e arrivare al cuore e all'anima dell'ascoltatore. Come disse un suo amico: una volta che ascolti quella voce, non la potrai più dimenticare.

Nessuno poteva resistere a quella voce, e il pubblico e la critica di Monterey furono il contesto adeguato perché la voce e la presenza scenica di quella ragazza venuta dal Texas fossero riconosciute e apprezzate.
Da quel momento la scalata nel firmamento rock fu quasi immediata: Joplin fu la prima donna a infrangere la cultura "prevalentemente maschile" che troneggiava nel mondo del rock. Nel 1968 incise Cheap Thrills, secondo album del gruppo (tra i brani una cover di Summertime di Gershwin e Piece of my Heart) che entrò velocemente nella classifica di Billboard, raggiungendo il n. 1 e mantenendo tale posizione per otto settimane.

L'anno seguente si mise in proprio scegliendo un nuovo gruppo d'accompagnamento, la Kozmic Blues Band, con il quale pubblicò l'album I Got Dem Ol' Kozmic Blues Again Mama! in cui la Joplin fa mostra della propria grandezza di performer e in alcuni brani raggiunge vette interpretative da brivido (Kozmic blues, Little girl blue, Maybe, Work me Lord).
Poi cambiò ancora gruppo scegliendo la Full-Tilt Boogie Band: l'album Pearl fu pubblicato postumo nel gennaio 1971, entrò subito in classifica al n. 1 mantenendo tale posizione per 9 settimane.
Il primo singolo tratto dall'album fu Me and Bobby McGee che raggiunse il primo posto nella classifica dei singoli, ma vi sono altri brani di rara bellezza e intensità, Cry baby, Get it while you can, Mercedes Benz, Trust me, My baby.
Pearl è il testamento di una grande performer, un'artista unica, irripetibile, tutt'ora riconosciuta come la più grande cantante bianca di blues di tutti i tempi. Il 4 ottobre 1970 Janis Joplin fu trovata morta nella stanza di un motel di Los Angeles, stroncata da una overdose di eroina in seguito alla quale cadde a faccia in terra rompendosi il volto.

Riconosciuta e ricordata per la sua grandezza e unicità di performer, nel 1995 e' stata inserita nella Rock and Roll Hall of fame e nel 2005 è stata insignita del Grammy Award alla carriera.

Da Wikipedia
 
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DaughterOfTheMoon
view post Posted on 1/4/2008, 12:53




La prima autentica femminista nella storia del rock.
E con un'ugola da brivido.
Janis Joplin, voce rauco-blues-miagolante e supersexy,
rimarrà per sempre nella colonna sonora ideale dei Sixties: emotiva ed energica al tempo stesso.
La sua parabola musicale e personale la colloca tra gli eroi maledetti della grande stagione del Rock'n'Roll.

La carriera solista, breve (negli anni) ma fulminante (nelle vendite), incomincia sul finire del decennio '60, quando la cantante lascerà la band dei Big Brother, inaugurando una serie di performance che passeranno alla storia. Il più grande merito di Janis Joplin è comunque di natura "sociologica":
è Janis che ribattezza il ruolo della donna nella cultura rock
è Janis che inaugura l'immagine della cantantessa sexy e sfrontata su e giù dal palco
ed è proprio Janis che inventa quell'incredibile stile vocale rauco & elettrico, clonato milioni di volte nei decenni seguenti: da Melissa Etheridge ad Alanis Morissette, da (perché no?) Steven Tyler ad Axl Rose.

Ma dove affonda le radici Janis Joplin? A Port Arthur, la piccola cittadina texana dove nasce (19 gennaio 1943), cresce e dove sviluppa l'insofferenza verso ogni ambiente conservatore che sarà il suo eterno marchio di fabbrica.
La musica è una via di fuga per la cantante: fin da ragazza inizia a strimpellare blues e folk per fuggire lontano da questo ambiente che le trasmette solo oppressione e contraddizione.
Non è certamente una novità per gli Anni '60, se ne incontravano tante di persone così: infatti nel cammino di Janis ci imbattiamo anche in un certo Jorma Kaukonen, che più avanti diventerà chitarrista dei Jefferson Airplane.

E Lady Janis sarà sempre una ragazza problematica: bruttina e sgraziata, si porterà dietro questo complesso di inferiorità che, a contatto con lo scintillio dello showbiz, sarà una delle cause della sua discesa autodistruttiva verso gli inferi.

Alcune registrazioni del periodo degli esordi (inedite fino alla morte della nostra) documentano il debito di Janis nei confronti della grande Bessie Smith, ma dimostrano anche che la cantantessa aveva già le carte in regola per vantare uno stile personale ben prima del sodalizio col gruppo che poi la lancerà nel firmamento rock, Big Brother & the Holding Company.

Attirata dal richiamo della hippy revolution, nel 1966 Janis si trasferisce a San Francisco (c'era già stata prima, ma di passaggio) ed entra nella band (dal sound molto psichedelico, in linea con la Città dei Fiori).
La sua voce è qualcosa di veramente eccessivo e i primi mesi sono sufficienti a regalarle il passaporto per la notorietà planetaria. Anche a dispetto dei musicisti e del materiale: tutti e due non sempre su livelli ottimali.

Big Brother non è granché come band, tuttavia quella miscela di blues e psichedelia aiuterà Janis (non sempre lead-singer nei brani del gruppo) ad affinare lo stile solista che nascerà poco dopo: e sarà proprio lei a regalare al combo l'unico briciolo di celebrità.
L'anno è il 1967, la canzone è "Ball and Chain" (forse la migliore performance di Janis, catturata su film) e la cornice è lo storico Festival di Monterey, in pieno clima Flower Power.

Dopo il debutto su etichetta Mainstream, i Big Brother si legano al manager Albert Grossman e migrano alla Columbia. Janis esce dal gruppo immediatamente dopo la pubblicazione del secondo album, "Cheap Thrills" (che comunque si piazza al top delle chart nel 1968), per inseguire golosi presagi di gloria.

L'inizio dell'attività da solista avviene con "I Got Dem Ol' Kozmic Blues Again Mama!", registrato assieme alla Kozmic Blues Band, un ensemble che comprende persino una sezione fiati e dove suona un trasfuga dei Big Brother (il chitarrista Sam Andrew).
Pur essendo un hit, "Kozmic Blues" non è la miglior prova della nostra: la Kozmic Blues Band suona sicuramente più pulita del vecchio gruppo, ma certe vibrazioni soul-rock e quell'atteggiamento un po' distaccato danno un'impressione di generale forzatura.
Questo non impedisce alla nostra di incidere hit assolute: per esempio "Try (Just a Little Bit Harder)" e "Little Girl Blue", in cui la sua voce tocca corde inarrivabili di strazio e commozione.

Dopo il debut-album, la carriera di Janis Joplin diventa un'amara altalena fra droghe, alcolismo e amori sbagliati che riempiranno le biografie dei successivi decenni. Strano, perché musicalmente le cose cominciano ad andare bene proprio poco prima della morte: finalmente Janis trova una band di supporto più versatile, la Full Tilt Boogie Band, e ci fa l'ultimo disco: "Pearl", mirabilmente prodotto da Paul Rothschild, che aveva creato l'onirico e veemente suono dei Doors.

L'album non convince appieno la critica: forse pecca in abrasività, tuttavia "Pearl" è la prova lampante della maturità raggiunta da Janis Joplin nell'ultimo periodo.
Gli stili, una volta molteplici e sparsi, formano ora una miscela unica che è blues, è soul, è folk, è rock e non è nessuna delle suddette cose.
È solo il Janis sound: e solo se ascoltiamo "Mercedes Benz", "Get It While You Can", e la versione di "Me and Bobby McGee" (hit presa da Kris Kristofferson, che le regalò il numero 1 postumo nelle chart) possiamo capire davvero quale fenomeno di sensualità musicale sia la Signora Janis Joplin.

Janis Joplin viene trovata morta per un'overdose di eroina nella stanza di un albergo a Hollywood il 4 ottobre 1970: pochi giorni dopo uscirà "Pearl".
La perla entra in circolazione, ma il gioiello... quello non c'è più.

( Fonte: Musictory.com )

IL MITO DI JANIS

L'ultima registrazione di Janis Joplin prima di morire e' stata una canzone-regalo per il compleanno di John Lennon incisa il primo ottobre 1970.
Il quattro ottobre e' stata stroncata da un'overdose di eroina.

Quando il nastro arrivo' a New York a casa di Lennon, Janis se n'era gia' andata. Aveva 27 anni. La stessa eta' in cui sono morti Jimy Hendrix e Jim Morrison, tutti e tre nel '70: la tragica santa trinita' del rock.
Tre portenti travolti dalla follia autodistruttiva alimentata da un ambiente dove le carriere erano gestite in modo criminale, gli artisti erano sfruttati grazie a contratti che prevedevano percentuali ridicole rispetto a quelle dei manager che costringevano i loro protege' a spremersi in un'estenuante serie di tournee.

A questo va aggiunto che Jimi, Janis e Jim erano tre straordinari talenti, Hendrix in particolare, e' stato un genio senza tempo, travolti dal brusco cambio di identita' e di vita di chi a 20 anni dal nulla diventa una star.
Quando Janis Joplin ha fatto irruzione nell'empireo del rock da quello stesso, magico palco del festival di Monterey da dove Hendrix ha lasciato il mondo senza fiato e gli Who il ricordo di una delle migliori tra le loro leggendarie performance live, le donne nel rock praticamente non esistevano.

Un elemento da non sottovalutare se si vogliono capire le ragioni profonde di un simile viaggio oltre le tenebre ma che e' fondamentale per comprendere perche' la Joplin sia ancora oggi un mito.
Il motivo e' il piu' semplice: 36 anni dopo la morte, e' ancora la piu' grande voce bianca femminile del rock di matrice blues, l'unica che sia riuscita a portare in un ambito popolare il repertorio, lo stile, l'intensita' e il messaggio delle grandi interpreti nere come Bessie Smith, Odetta o Big Mama Thornton, che, insieme a Diana Washington, sono rimaste il punto di riferimento fisso della sua carriera.

Janis era nata a Port Arthur, in Texas: grassottella e brufolosa, era timidissima e gia' da adolescente era entrata in conflitto con il perbenismo e la noia della vita di una piccola citta' del sud degli Stati Uniti.
All'universita' c'e' andata per un po', all'inizio dei 60's: non ha mai preso una laurea, in compenso si era guadagnata il titolo di 'uomo piu 'brutto del campus'.

Lo sgradevole soprannome non si riferiva soltanto alle sue non incantevoli fattezze fisiche ma anche al suo stile di vita, gia' allora a base di sesso libero e sfrenato, alcool e tutte le sostanze utili ad andare fuori di testa.
Comincia allora il suo amore per il Southern Comfort, il dolciastro whisky del Sud (storicamente bevuto da chi non fa prigionieri) che e' stato il grande amore della sua vita.

Quando nel 1963 si e' trasferita a San Francisco, la citta' cuore della Beat Generation (sta li' la Citylight bookshop, la libreria di Ferlinghetti), del Flower Power e del rock americano ha gia' stabilito le due direttrici su cui modellare vita e musica: le grandi eroine del Blues e i Beat, Kerouac in testa.

Quando il movimento di liberazione delle Donne era ancora allo stato nascente, Janis era definita una donna liberata persino nell'ambiente di Haight-Ashbury, quartiere simbolo del Movimento, sede storica dei Grateful Dead e dei Jefferson Airplane, ancora oggi un sinonimo di modello di vita collettivo, pacifico e, ovviamente, iper trasgressivo. Vale la pena ricordare che nella biografia, la sorella sottolinea la grande distanza tra il personaggio e la donna reale, timida, intelligente, intensamente legata alla famiglia.

A renderla grande e' stata la sua voce, la decisione di puntare sulla sua straordinaria capacita' di dare corpo alle emozioni piu' segrete e su una tonalita' rauca, rimasta un inconfondibile marchio di fabbrica e un modello imitatissimo, che trasmetteva immediatamente la sua passione viscerale per il blues.

Nessuno riusciva a non rimanere turbato da quel grido di dolore potente e straziante.
La sua prima avventura professionale e' insieme a Big Brother and The Holding Company, una band che si stava guadagnando un certo seguito nella comunita' hippie di Haight-Asbury.
Il primo disco ebbe uno scarso successo ma fu ripubblicato sull'onda dei trionfi posteriori.

Tutto cambia dopo Monterey dove lascia il segno di una leggendaria versione di 'Ball and chain' di Big Mama Thornton. Con l'uscita nel 1968 dell'album 'Cheap thrill', Janis diventa una delle star assolute della fine degli anni '60 potendo contare su 'Piece of my heart', uno dei classici del suo repertorio.

Lascia i Big Brother, gruppo piuttosto mediocre in verita', per formare la Kozmic Blues Band, sul modello classico delle orchestre da soul revue. Con questo ensemble nel 1969 diventa uno dei simboli di Woodstock, travolgendo un'intera generazione con 'Try (just a little bit harder)' e incide I Got Dem Ol' Kozmic Blues Again Mama! La collaborazione finisce presto e poco dopo Janis forma The Full Tilt Boogie Band.

Forse e' il destino dei grandi ma lei muore quando le session del nuovo album non sono ancora finite. L'eroina l'ha fullminata in un motel di Los Angeles mentre stava registrando 'Pearl' che, uscito postumo, nel 1971, e' stato il suo disco piu' venduto con l'hit piu' grande della sua carriera, la versione definitiva di 'Me and Bobby McGee', il pezzo di Kris Kristofferson rimasto per sempre un anthem di Janis.

Tra gli standard immortali di 'Pearl' c'e' anche 'Mercedes Benz', beffardo esempio di satira sociale a cappella scritto insieme al poeta Beat Michael McClure.
Tra le sue ultime uscite in pubblico le due apparizioni del 25 giugno e del tre agosto 1970 al Dick Cavett Show, il David Letterman dell'epoca.

Janis Joplin e' stata cremata al cimitero del Westwood Village Memorial Park di Westwood, California e le sue ceneri sono state sparse nell' oceano.
Port Arthur, la sua citta' natale che l'aveva rifiutata, le ha tributato l'onore tardivo di un parco e una statua in bronzo.

La desolante morte prematura ha stroncato una carriera che prometteva meraviglie ma e' stata per Janis il passaporto per il mito. Gia' nel 1979 Bette Midler si e' guadagnata la nomination all'Oscar per la migliore protagonista femminile per la sua interpretazione di 'The rose', biografia della Joplin molto hollywoodiana ma non malissimo grazie alla Midler.

Janis e' stata la prima ad allontanarsi dalle radici folk-jazz cui inevitabilmente erano legate le donne dell'epoca. Lo stile e l'atteggiamento spudoratamente sexy, la capacita' di raccontare con il suo canto il proprio incurabile malessere, perfino il look hanno avuto un impatto rivoluzionario, sicuramente sottovalutato dalla critica negli anni.

Una grande figura tragica, Janis Joplin. Una rivoluzionaria inconsapevole, che proprio come Hendrix, cui e' stata legata da un'amicizia fondata su una sensibilita' comune, ha bruciato troppo in fretta la sua vita per gridare al pubblico dei suoi contemporanei la musica del futuro.

Paolo Biamonte
 
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DaughterOfTheMoon
view post Posted on 4/4/2008, 17:18




QUESTA BIOGRAFIA E MOLTO BELLA E DETTAGLIATA: LEGGETELA!

Quel blues cominciò a Port Arthur, Texas, il 19 gennaio 1943.
Un paesino pieno di pregiudizi, ma carico di tutte le suggestioni musicali che solo il Sud degli Stati Uniti mantiene integrate alla sua terra. A Port Arthur cominciò uno dei tormenti esistenziali più estenuanti che la storia del rock abbia mai raccontato. Ma anche il grido più profondo e il blues più torrido che una donna bianca abbia mai espresso.
La vita di Janis Joplin è densa di blues. Non solo delle dodici battute che lei, fin da adolescente, ascoltava da Bestie Smith e da Leadbelly, ma soprattutto della tortura umana che è alla base del triste coinvolgimento dei Blues.
Così lei, figura ribelle e diversa già prima delle scuole superiori, s'identificò con quelle immagini di donne nere che in passato avevano raccontato con fierezza la riscossa del loro popolo, insieme alle tenerezze, ai tormenti e agli amori delle loro vite.
Janis non amò mai Port Arthur come qualcuno ama il posto in cui è nato ; nè mai sentì il Texas come la sua patria.
Ma quella terra aveva lasciato un solco profondo dentro di lei, iniziandola a una precoce cognizione del dolore. La sua vita ne uscì spaccata, lacerata, incoerente… ma piena di una forza devastante che lei riusciva a coordinare e trasmettere solo quando cantava. Dovunque, non necessariamente davanti a un pubblico. Le sue incisioni in studio vivono della stessa identica forza di quelle effettuate davanti a una platea: stessa spinta all'improvvisazione, stessa ruvida voce che stravolge le parole, ma le carica di significati.
Quando si unì al suo primo gruppo, The Big Brother & The Holding Co., Janis aveva già saggiato le scene, esibendosi nei circuiti folk texani, specialmente nei clubs di Austin.
A quell'epoca, nei primi anni Sessanta, le fu proposto di diventare cantante di una band texana, poi diventa mitica, ma sempre nel limbo dell'undergruond: The 13th Floor Elevator. Ma la sua patria era San Francisco; lì Janis avrebbe afferrato in pieno se stessa e sarebbe diventata una delle più atipiche rock'n'roll star che sia dato ricordare.
Il contratto con la Columbia, sotto il management di Albert Grossman, fu solo un momento successivo dell'incontro di Janis con The Big Brother & The Holding Co. Precedentemente avevano inciso insieme un album per la Maisteam (poi ristampato Columbia), che conteneva una serie di canzoncine sospese tra il rock e il blues e vagamente macchiate dal soffio psichedelico che già spirava in San Francisco.
Al festival di Monterey, nel 1967, Janis lasciò sbalorditi offrendo una versione straziante e intensissima di "Ball & Chain" - canzone di una "blues singer", Big Mama Thornton, che negli anni Cinquanta aveva avuto un certo successo incidendo, prima di Elvis, la Huond Dog di Leiber & Stoller. A quell'epoca Big Mama lavorava con alcuni "bluesmen" elettrici di Chicago, e non avrebbe mai immaginato che una ragazza bianca trasformasse la sua canzone in un indimenticabile delirio di blues e di rock.
Quando Cheap Thrills, il primo album di Janis e Big Brother per la Columbia, fu pubblicato, la sua voce era già conosciuta nei settori specializzati: ma Janis avrebbe conquistato in un lampo tutta l'America e l'Europa. I pezzi forti dell'album erano: Piece Of My Heart, un brano "suol" che l'anno precedente era stato inciso da Erma Franklin (sorella di Aretha) in una versione indimenticabile; Summertime, la celebre ballata da Porgy and Bess che Janis cantò con rabbiosa tenerezza; la Ball & Chain che aveva fatto tremare il pubblico di "Monterey"; Turtle Blues, un blues sfacciato alla Bestie Smith; e I Need A Man To Love, la sua prima disperata richiesta d'amore gridata al mondo.
Così Jansi, in un periodo in cui San Francisco era immersa in fumi e sconvolta dall'estasi psichedelica, propose la sua forma di rock-blues, forte e caparbia, senza minimamente curarsi dei suoni dilatati che si sentivano in giro. Non solo, in mezzo a una gioventù che viveva esperienze nuove in fatto di droghe, lei si consacrava all'alcool come una "blues singer" di trent'anni prima; ma riuscì a imporre il suo atipico "standard livin", perché non c'era alcuno che potesse rimanere indifferente alla sua voce. Era carta vetrata, implorazione disperata, cosmica richiesta di affetti, certezza di delusioni, di difficoltà di vivere. Lei viveva solo quando cantava. Solo allora viveva.

Nella sua breve esistenza, Janis nominò le parole "feeling" migliaia di volte; ovunque, nelle parti improvvisate, nelle interviste, quando parlava movendo nervosamente le mani… in definitiva, quando doveva spiegare qualcosa di sé. Lei, fragile creatura venuta dal Texas, bisognosa che il mondo le confermasse di non essere quel "mostro" che certi abitanti di Port Arthur credevano. In fondo, Janis salì nello "stardom" del rock con una dolce gigantesca insicurezza. Per questo, a volte, le risultò odioso affrontare certi meccanismi che il "music business" impone ai nomi più celebri: interviste, concerti ogni sera e - spesso - anche due volte al giorno, sedute fotografiche…..
Janis, da buona "folk" qual'era, riuscì a malapena a inserirsi nel meccanismo con un po' di grazia. Si inviperì solo quando qualcuno le chiese perché cantasse come Billie Holiday: "Non hai capito niente, babe, se dici questo. Billie Holiday e io non abbiamo niente in comune. Lei cantava le sue canzoni con grazia, trascinava le note in modo sinuoso, come un serpente, quasi. Io invece le afferrò con la grazia di …. Un elefante."
No, se a una "blues singer" Janis poteva essere paragonata, questa non era certo Billie, ma Bestie Smith. Sul palcoscenico Janis si muoveva esattamente come una "mama" nera di 115 kg. Eppure era magra; ma i suoi abiti "patchwork", i suoi braccialetti, le sue piume (adorava entrare in scena con le piume in testa) e le enormi pellicce, la sua figura acquistava regalità maestosa tipica delle "grandi matrone" del blues. E davanti al microfono non aveva la grazia di Billie o di Ethel Waters, ma il "feeling" spezzato di Willie Mae Thornton, o la presenza magnetica di Bessie.
Janis affrontò con entusiasmo il mercato del rock e tutto ciò che esso rappresentava, perché solo quando sarebbe stata una star, forse, avrebbe colmato la sua insicurezza e le sue lacune.

Lo si nota in una lettera scritta a Linda Gravenites al tempo delle registrazioni di Cheap Thrills:

"le cose vanno in modo magico qui - le registrazioni vanno spedite e siamo occupati a tempo pieno. Abbiamo già completato due pezzi, Combination Of The Two e Piece Of My Heart. C'è ancora molto da scavare, ma ce la faremo. Comunque le cose per me vanno un po' meglio. La settimana scorsa mi hanno fotografata per la rivista Glamuor e io indossavo il tuo vestito con il pizzo bianco e a tutti è piaciuto molto. Sono stata nominata anche nel nuovovogue e questa settimana Nat Hentoff mi intervisterà per un articolo sul New York Times e domani verranno da me quelli di Life & Look.
Cristo! Credo che dovrei essere felice. Effettivamente lo sono un po'. Ho anche incontrato un ragazzo molto affascinante a Chicago. Mi è piaciuto davvero molto. Ho cercato di convincerlo di venire con me a San Francisco e vivere con me. Potrebbe esibirsi anche lui. Ho anche conosciuto una band di R&R irlandese qui al Chelsea Hotel (N.Y.C.) e ho trovato il loro chitarrista molto affascinante. Davvero vorrei che fosse qui e vivesse con me. Lui proviene da una di quelle gang di studenti di N.Y., è molto quotato socialmente, ma è fatto della mia stessa stoffaccia. Sto veramente circuendolo (anche a letto - sigh) poi ho scoperto che ha solo 19 ani! Wow, mi manchi molto - troppo. Ce ne stiamo andando a New York perché abbiamo un concerto al Hinterland di Los Angeles il 10 Aprile (1968). Va bene ciao. Ci vediamo presto. Con Amore, Janis
".

Il "ragazzo di Chicago" era poi una specie di spacciatore, una di quelle persone per le quali Janis provava un'attrazione morbosa, rovinosa quasi. E in tutti quei pochi anni lei ebbe con gli uomini un rapporto disastroso. Cercava ovunque un compagno per la notte, ma mai una persona con la quale potesse stabilire un rapporto "alla pari". Sempre piccoli personaggi più insicuri di lei, ai quali chiedeva ossessivamente conferma di un amore che non esisteva - che non poteva esistere nei termini in cui lei stessa impostava il rapporto. In superficie, Janis mostrava di trattare gli uomini con sufficienza, ma intimamente soffriva atrocemente per i frequenti "abbandoni" cui era soggetta, per di più causati dalla sua mania di chiedere e chiedere e chiedere profferte d'amore e certezza di un futuro senza fine, nella sua casa in California…
In ogni caso, il primo impatto di Janis con la città di New York non fu del tutto rovinoso. Lei si drogava molto raramente e, anzi, aveva decisamente abbandonato la mania di bucarsi che aveva contratto negli ultimi giorni della sua vita texana e nei primi del suo approccio a San Francisco. Non provò l'"acido" che una sola volta: ma non faceva per lei. Amava bere, e molto. La sua voce ne è testimone: filtrata com'era del "Suothern Confort" e dall'incalcolabile numero di sigarette che fumava. Dormiva poco e male. Aveva paura che la voce l'abbandonasse da un momento all'altro e di rimanere priva dell'unica arma con la quale era in grado di affrontare il mondo.
Ma, nonostante tutto, il periodo che Janis trascorse con Big Brother è stato senz'altro uno dei più positivi di tutta la sua vita. L'intesa musicale, anche, era perfetta; tuttavia lei - eterna scontenta - non fu soddisfatta delle prestazioni dei suoi vecchi amici fino in fondo. Alle soglie del 1969 era già convinta che la band non fosse più in grado di essere il "back-up" ideale per la sua voce.
La band che accompagnerà Janis nel suo secondo album si chiama Kozmic Blues Band, e solo Sam Andrei resterà della prima storica formazione. Albert Grossman spedì Nick Gravenites e Mike Bloonfield a San Francisco per reclutare una nuova band.dice Gravenites: "Janis non riuscivaneanche a cogliere la differenza tra un buon batterista e uno fasullo, tra un sassofonista serio e un trombone. Lei aveva fisso in mente che voleva una band di suol. Lei voleva essere allo stesso livello professionale di blues e suol singer come Aretha Franklin e gente che lavorava con il gruppo Atlantic. Probabilmente la ragione per cui lasciò Big Brother furono le recensioni dei giornali. Janis Joplin: straordinaria, oltraggiosa. Big Brother: una merda. E così, dopo aver letto una decina di recensioni sullo stesso tono, cominciò a dare in escandescenza e decise che voleva sciogliere il gruppo, per formare un'altro con dei professionisti, non necessariamente con velleità compositive, solo un gruppo di musicisti altamente professionisti. Ma non andò come lei voleva. C'era molta tensione in tutta quella faccenda: che cosa bisognava fare, come farlo, …. Le attese. E neanche Janis in realtà sapeva cosa stesse succedendo - non aveva esperienza in materia e c'era molta speculazione in questo settore. Ricordo che in quel periodo era sconvolta. Diceva che cinquanta persone più Leon Russell aiutavano Joe Cocker e che per lei non c'era un cane di musicista. Era sconvolta. Fu Tom Donahue che, con molta pazienza, incominciò a proporle un tipo di repertorio che forse avrebbe potuto interessarle. Alla fine tutti volevano aiutarla: chi le consigliava dei pezzi, chi, come Mike Bloonfield, voleva aiutarla negli arrangiamenti. Alla fine mettemmo insieme un gruppo e Janis, da sola, si caricò sulle spalle il peso e la responsabilità di una specie di mega-band con fiati e potente sezione ritmica".
Il gruppo debuttò il 21 dicembre 1968 allo Stax Volt Christmas di Memphis, Tennessee, in un cartellone che comprendeva anche Bar-Kays (il vecchio gruppo di Otis Redding), Albert King, The Mad Lads, Jusy Clay, Carla e Rufus Thomas e Eddie Floyd. Non fu una presentazione eccezionale del suond di Janis: un suono più preciso alle spalle, una voce più precisa, anche se graffiante. E nei concerti lei non poteva frenarsi, tutto le usciva da dentro con una prepotenza e una forza inaudite.

Nello stesso tempo Janis aveva avuto uno scontro con Linda Gravenites, a causa del suo ricorso alle droghe pesanti. Linda, sconvolta, era partita per Londra, dove Janis la raggiunse con una lettera:

"sono a Los Angeles un paio di settimane per ritirare un paio di vestiti che Nudie sta facendo per me. Hai letto di lui su Rolling Stone? Crea degli incredibibili vestiti stile Western - roba davvero sfarzosa. Proprio quello che cerco io! Prenderò un paio di pantaloni e una casacca. Color porpora con dei fiori e delle balze intorno e tempestata di strass. Sono così eccitata - strass colorati ovunque! Spero, diavolo, che tu abbia cambiato idea. Ti ho pensato molto dopo che sei partita e sto cercando una casa. Voglio trovare una bella casa, e un po' di pace! Una casa - dio, cosa potrebbe essere più perfetto? Solo ritrovare Gorge, quello sì. Ma credo che ci riusciremo. Gli voglio troppo bene, tornerà. Credo che qualcuno l'abbia rapito - mentre noi stavamo lavorando in quello studio downtown. Era notte c'era molta gente sola a quell'ora. Credo che qualcuno l'abbia preso. Sono stata al canile, ho messo un annuncio sul giornale pensa, ma niente. Ma lascia che parli della casa. La prenderò sicuramente. Si trova a Larkspur, su Baltimore Avenue - niente. Niente rumori, è stata la prima cosa che ho voluto sapere - c'è quiete incredibile. C'è un'immensa sala da pranzo e tutte le altre stanze sono enormi. C'è anche un caminetto con annesso uno studio con una parete vetrata (mi è venuta l'idea di farci due grossi archi) …. Ci sono due grosse camere da letto con bagno e il garage finisce in una specie di caverna. E' già equipaggiata con uno stereo e una cucina. Il vecchio inquilino mi lascerà alcuni pezzi che gli ho chiesto.. così niente droga, passeggiate nel bosco, yoga e forse anche (non ridere) corse a cavallo, lezioni di pianoforte. Io credo che tutto questo e l'eccitazione di avere una casa e la pace incredibile di quel posto ti fanno sentire magnificamente. Potremmo davvero essere felici lì. Lo so ho davvero bisogno di te. Ti prego torna. Fammi sapere quando torni, così ti mando un po' di soldi così puoi comprare delle belle stoffe. Conosco una sartoria a New York che fa delle cose magnifiche. Ho un sacco di velluti e mi hanno fatto delle lenzuola di raso incredibili. So che ti piaceranno. Sono stata nel Mid-West le due settimane passate, poi sulla East-Coast, ma tu puoi scrivermi c/o Myra, in ufficio. Fammi sapere i tuoi progetti e i tuoi sentimenti. Posso sperare che hai cambiato idea? Con Amore, Janis".

Ma la casa di Larkspur in Baltimore Avenue non riuscì a realizzare la felicità di Janis, neanche quando Linda ornò da Londra

Il grosso appartamento si trasformò in una specie di ostello di persone, più o meno interessante, che frequentavano la casa di Janis, spesso coinvolgendola in sbornie colossali. In effetti ni lunghi periodi in cui Janis rinunciava alla tortura dell'ago bevevo moltissimo: "Suothern Confort", "Orange Vodka" .. a un certo punto pretese che la casa produttrice della "Suothern Confort" le mandasse gratis delle bottiglie: lei era un ottimo "sponsor" per la società. Tutto quello che riuscì ad avere, in realtà. Fu una pelliccia di lince in omaggio.

Anche nei periodi newyorkesi, quando viveva al Chelsea Hotel o nel residence N° 1 della Fifth Avenue, Janis era assidua frequentatrice di questo o di quel bar del Village, dove era capace di restare a bere e in cerca di uomo fino all'alba. Spesso rientrava in albergo sola e disperata. Altre volte si trascinava dietro qualche ragazzo che, all'alba, non aveva fatto ancora l'amore con lei e se ne stava nella stanza a osservare il vuot (come racconta Myra Friedma nella sua esaustiva biografia Buried Alive).

Neppure con la Kozmic Blues Band le cose andarono troppo bene. L'unica soddisfazione fu la tuornèe europea con lo splendido concerto di Francoforte, del quale alcune registrazioni compaiono nel doppio album del 1975 Janis - Original Suondtrack (come la stupefacente versione di Summertime, o la sintetica presentazione di Ball & Chain).
Il 15 aprile 1970 Janis riunì, per un concerto a Fillmore West, The Big Brother & The Holding Company, con Nick Gravenites nell'organico (come in alcune registrazioni contenute nel postumo Joplin In Concert).

Ma la band non era più soddisfatta, a sua volta, di suonare con Janis. "il pubblico in realtà era interessato a lei" ricorda Nick Gravenites "e noi eravamo solo un contorno. E Janis raramente partecipava a creare un gruppo "on stage". Lei era la leader e noi gli accompagnatori che fornivano un "back-gruond".

Alla metà di maggio, Janis riunì l'ultimo gruppo accompagnatore, The Full Tilt Bolgie Band. Il gruppo esordì a Pepperland, a un patry gigantesco organizzato dagli Hell's Angels, coi partecipavano anche i Big Brother, ormai senza Janis, ma con Gravenites come membro fisso. Quella notte, per molti aspetti, fu memorabile e pazza. E' ancora Nic che racconta:

"era il suo primo show con la nuova band, e i Big Brother erano anch'essi in programma. Era come un faccia a faccia, un confronto. Così tutti erano ubriachi come pazzi. Janis bevevo "Suothern Confort", io ero ubriaco di "Benedictine", brandy,"Tequila" e birra, e gli Hell's Angels stimolavano da pazzi. Quando andai in scena ero ubriaco come un disgraziato e una coppia di ragazzi nudi stavano ballando, ma io ero inattaccabile. Stavo solo cercando di dare il meglio e suonammo facendo cose pazze, in ginocchio, alzando il pugno della mano destra. Alla fine crollai. Fu la mia donna a riaccompagnarmi a casa, tanto ero fuori di me. Quando Janis salì sul palco era ubriaca anche lei. Aveva appena avuto una violenta discussione con un Hell's Angels a proposito della sua sbornia. Un altro Hell's Angels la provocò pesantemente, spingendola. Lei era lì sopra cantava, mettendo tutti fuori combattimento. Ma poi crollò anche lei. Fece due o tre passi sul palco, poi cadde. Fu una di quelle notti in cui ognuno cerca di far fuori gli altri".

Ma Full Tilt Bolgie era una band di professionisti. Nel frattempo Janis aveva smesso l'insana pretesa di fare una musica "precisa" come gli esempi della Stax-Volt e della Atlantic. Aveva rinunciato ai fiati, per affidarsi a un sano gruppo di R&R con buona impostazione R&B. e i concerti diedero i risultati portentosi: una tournèe canadese quasi trionfale, partecipazione alle maggiori trasmissioni televisive (Dick Cavett Show") e l'Harvard Stadium, in agosto (1970), davanti a 40.000 persone. Intanto tutti si erano trasferiti a Los Angeles per le indecisioni di Pearl.
La sua ultima apparizione fu il 15 agosto, in una riunione a Port Arthur, per festeggiare i laureati della sua classe (1960). Janis esce all'Hotel Goodhue e chiese al bar una vodka (nell'ultimo periodo della sua vita aveva sostituito gin&vodka al classico "Suothern Confort"). Le portarono in camera scotch e bourbon. "Cristo", esclamò, "qualcuno esca a comprare una bottiglia di vodka, e' ridicolo!".
A Los Angeles, per le "sessions" relative al nuovo LP, Janis alloggiava al Landmark Hotel. Il portiere di notte fu colui che la vide per l'ultima volta:

"aveva appena finito una lunga "session" agli studi. Fu l'ultima cosa per cui parlammo quella notte. Lei era felice di come procedeva il lavoro. E la cosa buffa - che io non avevo mai visto in una donna prima - è che era assai in disordine. Aveva indosso un vestito di tipo gitano, rosso, che le arrivava fino alle caviglie…".

Alle sei di domenica 4 ottobre, Paul Rothchild aspettò invano Janis agli studi. John Cooke, il "road manager" di Janis, la trovò riversa per terra, nella sua camera, la bocca piena di sangue e il naso rotto nella caduta. Aveva 4 dollari e 50 cents stretti in mano e un pacchetto pieno di sigarette accanto. Nessuna traccia di droga intorno. Solo qualche segno di puntura sulle braccia.

Janis senza dire niente neanche agli amici, aveva ripreso a bucarsi, e l'eroina, insieme ad alcune pastiglie, aveva avuto un effetto letale.
Myra Friedman, nella loro ultima conversazione telefonica, l'aveva sentita strana.
"Che c'è Janis?" aveva chiesto. "Niente sono solo innamorata".

Il tempo della sua morte fu calcolato intorno alle 1:30 di quella domenica 4 ottobre. Sunday Morning Coming Down, scriveva per lei Kris Kristofferson: una poetica intuizione della morte di Janis, una volta sua intima amica, quando con Bobby Neuwirth frequentava la casa di Lankspur.
Così Myra Friedman, in Buried Alive, ha ricostruito gli ultimissimi movimenti di Janis:

"L'attacco doveva essere iniziato non appena Janis aveva sentito l'esplosione nelle sue vene, dopo che l'ago si era ritratto. Subito dopo mise l'involucro con l'eroina nella toeletta. Lo nascose dentro una scatola cinese che occultò dietro lo sciacquone. Di solito Janis lo lasciava sul comodino. Questo gesto potrebbe significare che per lei quella era l'ultima volta che si bucava e non voleva ricordarselo il mattino successivo. Questa volta aveva intenzione di smettere. C'è qualcosa nella magia del mattino. Una rinascita con la pallida alba blu. L'eroina nel suo sistema circolatorio avrebbe potuto ucciderla immediatamente. Ma non è stato così. Quando uscì nel corridoio non si rendeva conto che stava morendo. Chiese al portiere di cambiargli un biglietto da 5 dollari per le sigarette, che comprò subito dop. Poi tornò in camera. Dopo aver chiuso la porta, fece appena uno o due passi e cadde, come un fantoccio scagliato per terra".

Le eseguie ebbero luogo al Westwood Village Mortuary, Los Angeles Cuonty, il 7 ottobre 1970.
Come da espresso desiderio, i suoi resti furono cremati e le sue ceneri sparse lungo la costa di Marin Cuonty, California. L'ultima cosa che disse a un reporter, Al Aronwitz, fu che non amava più quel nome, Janis.


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» DrunkenStar
view post Posted on 25/4/2008, 20:46




Molto bella, l'ultima.
Anche io, in teoria, avrei scritto [ed adottato, sul mio forum, è una nostra iniziativa ^_^ ] la biografia di Janis.
Premetto che non mi piace ricopiare le biografie dei miei artisti [sono una musicofila, soprattutto rockofila xD ] però queste, anche se belle, sono incomplete. Non viene MAI neanche nominato il secondo nome, della Dea.

...e vi lascio nel dubbio di quale sia.
E vi lascio anche il link della mia bio, spero che apprezziate, è piuttosto completa QUI *

Ciau :wub:
 
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DaughterOfTheMoon
view post Posted on 25/4/2008, 20:52




CITAZIONE (» DrunkenStar @ 25/4/2008, 21:46)
...e vi lascio nel dubbio di quale sia.

Lyn :rolleyes:
(è vero, non è nelle bio, ci ho fatto caso solo ora! Comunque è nelle nostre FAQ ^_^ )

Grazie del link
 
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» DrunkenStar
view post Posted on 25/4/2008, 21:03




Figurati, vado estremamente fiera dei miei scritti [neanche fossi Dio xD]
Ho fatto anche la bio di Patti Smith, Ronnie James Dio e dei Guns, e ho in work in progress quella dei Kiss, di Grace Slick e di Nico. Mi piacerebbe pure fare quella di Jimi Hendrix, ma non so...
 
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6 replies since 31/3/2008, 14:41   2963 views
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